All’inizio del terzo millennio l’uomo ha avuto un colpo di fortuna. Per pura casualità, all’interno di una miniera d’argento nel nord del Messico è stato scoperto qualcosa di unico nel nostro pianeta. Una caverna nascosta, sepolta 300 metri sotto la superficie, dove la Natura ha creato nel corso di centinaia di migliaia di anni uno straordinario insieme di enormi cristalli.
Una sorta di foresta di macro-cristalli di selenite, bianchi e semi-trasparenti, in assoluto i più grandi mai visti. Un luogo quasi da fumetto, che supera la più ardita fantasia, protetto e conservato dall’umidità costante e soprattutto da una temperatura impossibile per l’uomo: oltre 46° C. Esplorare e documentare le grotte di Naica ha richiesto cinque anni di rischiose missioni da parte di un team internazionale guidato dall’Associazione La Venta, che ha messo a punto le tecnologie necessarie per sopravvivere e operare in questo ambiente mortale.
L’apporto di molti ricercatori ha consentito di comprendere meglio dal punto di vista scientifico un fenomeno straordinario. Un team misto italo-messicano si è dedicato, anche qui con non poche difficoltà, alla produzione di immagini e documentari che hanno fatto velocemente il giro del mondo. Alla fine del 2015 la miniera di Naica, al cui interno si trova la grotta, ha cessato la sua attività e con essa il lavoro di continuo pompaggio necessario a impedirne l’allagamento. Da allora le acque stanno lentamente risalendo per tornare al loro livello naturale, che si trova 200 metri sopra la grotta: questo vuol dire che la meravigliosa caverna a breve non sarà più accessibile, sommersa da un gigantesco muro d’acqua. A noi rimangono il privilegio e la responsabilità di avere esplorato una piccola, straordinaria finestra aperta per un minuscolo frammento di tempo sulla storia geologica della Terra, destinata a divenire parte della geografia umana e, di conseguenza, un mito. Il nostro è stato il lampo di un flash che ha illuminato un attimo di una storia lunghissima fatta di buio, reazioni chimiche e minerali immersi in un caldo liquido amniotico. Lo scopo di questo libro è onorare questa esperienza, raccontando come ci siamo riusciti – sopravvivendo – e mostrando quella che è probabilmente la più grande meraviglia sotterranea del mondo, in tutti i suoi molteplici e per molti versi misteriosi aspetti.”